Premessa
La chitarra acustica nella vita di tutti i giorni diventa una compagna inseparabile, una voce instancabile modulata nel tempo che risuona dal corpo del musicista e arriva direttamente al cuore di chi la ascolta. Sempre se ci sia qualcuno, quasi tutti i chitarristi suonano la chitarra in completa solitudine. Chi ama suonare i sintetizzatori in solitudine già conosce questo. Come un esercizio ed uno scacciapensieri. Allontana le ansie, rafforza le mani, e ovviamente è uno strumento fondamentale di composizione.
La mia vecchia (34 anni sic!) amatissima Fender Gemini nera, è ormai imbarcata, rattoppata e impaludata nelle pastoie delle frequenze medie.




Qualcuno potrebbe obiettare che una chitarra ben costruita dopo anni di servizio possa risuonare magnificamente. Ebbene non è così, perché la manutenzione negli anni deve essere costante e le condizioni climatiche cui viene sottoposta devono essere un minimo controllate. Ma soprattutto il miglioramento non può verificarsi in un corpo interamente laminato. Insomma comprata da bambino con l’idea di aver trovato la chitarra della vita, un po’ per incuria ed un po’ per la natura costruttiva della chitarra mi sono trovato a pensare di cambiarla. Ma mai di abbandonarla.
La scelta
Mi sono messo in cerca di una nuova chitarra. Poche idee su cosa cercare ma molto chiare.
Anzitutto non più un corpo dreadnought, troppo legato all’accompagnamento e a tonalità e volumi da concerto all’aperto. La nuova chitarra doveva aver una vocazione esattamente opposta. Per piccoli spazi casalinghi, maneggevole con una voce squillante ben definita e con buon attacco.
La scelta è ricaduta subito sulle forme 00, ancora piccole ma non troppo come le parlor che adoro ma forse poco versatili per registrazioni e session.
Per quanto riguarda i materiali ho subito pensato al corpo tutto massello. E con il top in abete. Fasce e fondo da provare.
Come marchi ho pensato immediatamente ai tre più famosi e che giustamente sono più semplici da reperire in tutti i negozi fisici e non. Vale a dire Martin, Gibson e Taylor.
Dopo svariate prove e ripensamenti finalmente la scelta è ricaduta sulla Martin 00L-X2E. Ho fatto ordine su StrumentiMusicali.net e la chitarra è arrivata in un baleno a casa in condizioni perfette (bravi!).
Conclusioni
La 00L-X2E mi ha convinto per una serie di ragioni al di là della indubbia fascinazione della storia del marchio:
- peso del corpo assolutamente bilanciato
- forma del manico perfetta per la mia mano non enorme e affusolata
- suono incredibilmente dettagliato grazie al top in abete sitka
- tastiera di “legno scelto” sufficientemente scorrevole
- tensione delle corde perfetta e stabile
- meccaniche molto precise
- setup di fabbrica perfetto
- costruzione robusta
- elettronica Fishman Mx nascosta sotto la buca
- borsa in dotazione molto curata e ben imbottita.
La chitarra suona già molto bene out of the box. Fondo e fasce sono in HPL, che dovrebbe essere materiale compresso tra legno e plastiche. L’azienda difende questa scelta come sostenibile e lo è senz’altro. Di certo è sicuramente sostenibile per il portafoglio dato che siamo abbondantemente sotto i mille euro per una Martin.
Altri aspetti da considerare:
- plastica nel capotasto e ponte
- fondo e fasce in HPL hanno un feeling non eccelso
- top non rifinito, seppure senza difetti e ben levigato
- confrontata con il riferimento del settore Gibson L-00 perde senz’altro in termini di ariosità del suono, ma è un altro campionato e la nostra non esce con le ossa troppo rotte
- forse a questo prezzo si potrebbe trovare qualcosa in catalogo di Eastman, Guild e marchi canadesi tutte in massello.
C’è da dire che fondo e fasce in HPL mettono al riparo da qualunque manutenzione e accortezza contro l’umidità, basta riporla nella sua borsa peraltro ottima.
A chi è rivolta
La fascia di mercato è senz’altro quella del chitarrista medio-avanzato. Non mi sentirei di consigliare una chitarra del genere ad un neofita. Spendendo la metà e anche meno ci sono già ottime chitarre per ogni esigenza di studio nelle serie di Yamaha, Fender, Takamine, Eko e Ibanez per citarne solo qualcuna.
L’acquisto di una Martin deve essere assolutamente consapevole, ha un carattere molto spiccato, non è versatile su tutti i generi e richiede un impegno notevole per l’emissione del suono. Non è una chitarra facile, passatemi il termine. Questo modello poi a fronte di un prezzo entry level ha delle caratteristiche innovative che vanno comprese. Non è classica Martin fatta a mano con legni invecchiati come bordeaux di Chateau Margot.
Insomma seppure a qualche fedele martinista possa mancare la vera poesia del manufatto però è una vera Martin, con forma perfetta, molto ben suonante specie sulle medio alte, e il top in abete sitka fa il suo lavoro fornendo qualità musicale e grandi armonici. E’ un progetto diverso, nuovo ma che mantiene il dna di Nazareth.
File audio
Di seguito un paio di file audio mp3 con microfono integrato MacBook Pro 13″ 2020 campionate con Audacity in mono a 44100Hz senza alcun filtro
Seguirà presto una video recensione sul canale YouTube. Per ora ve la mostro in tutto il suo splendore e vi invito a provarla qualora cerchiate uno strumento di buona fattura, ben suonante, facile da mantenere senza svenarsi.




















