Il Perar 21mm con attacco Leica M è uno straordinario obiettivo dalle dimensioni record di 5.8mm di spessore. Dotato di 10 lamelle e 6 vetri multistrato, il capolavoro di Sadayasu Miyazaki (MS Optical R&D) utilizza uno schema ottico elementare e centenario.
Pesa 45 grammi ed in pratica sporge meno del tappo della mia Leica M8.
Proprio su M8 il fattore di moltiplicazione 1.33 lo rende un 24mm, un grandangolo vero e proprio.
Dopo alcuni scatti di prova sono rimasto immediatamente stupito dalla sua correttezza ottica, dalla quasi totale assenza di distorsioni a barilotto tipiche di queste focali e dalla tridimensionalità di un’ottica che non è luminosissima ma si comporta bene in quasi tutte le condizioni di luce.
C’è come prevedibile una leggera vignettatura, nulla che non si possa correggere via software, assieme alle minime distorsioni. Ovviamente, data l’unicità della lente (ogni pezzo è numerato) non sono presenti profili sia su Capture One che su Lightroom ma le distorsioni e le aberrazioni sono talmente limitate che creare un profilo personale è davvero molto semplice e banale.

Nell’uso pratico il Perar si è rilevato estremamente vivido e contrastato, segnale che la lavorazione multistrato delle lenti è davvero sofisticata. Piuttosto facile da maneggiare anche se le dimensioni impediscono di gestire la ghiera dei diaframmi con la precisione e la velocità cui l’utente Leica è abituato, ma basta farci l’abitudine e tutto si può semplificare magari impostando preventivamente il diaframma. E’ senz’altro un modo di fotografare slow che, come avrete capito non disdegno affatto.
Le tipiche gradazioni viola e magenta (specie sul nero) che il famigerato sensore CCD della M8 produce sui file sono davvero ridotte e senza dubbio questo è davvero un vantaggio notevole per l’uso quotidiano. Viceversa, e non potrebbe essere altrimenti, la sensibilità all’infrarosso della M8 viene smorzata parzialmente a discapito di un bianco e nero non da standing ovation, ma semplicemente molto buono.
E’ possibile anche applicare facilmente la codifica a 6-bit, e la distanza minima di messa a fuoco è di circa 50 cm.
L’apertura di diaframma lo rende un’ottica non luminosa ma questo fa parte di tutte i compromessi che si devono accettare per dimensioni così minime.
La prima volta che ho montato il Perar ho pensato che finalmente avrei potuto portarmi più spesso la M8 con me proprio per questo risibile ingombro e peso complessivo, non temo di sbilanciarmi affermando che chiunque abbia intenzione di utilizzare ancora la Leica M8 debba prendere in seria considerazione l’acquisto.

Viene voglia di effettuare una prova con una M più performate come risoluzione e come resa ad alti ISO e una prova su un corpo analogico [credo sarà la mia prossima recensione].
Concludendo si potrebbe tranquillamente affermare che questa è un’ottica da provare e prendere in seria considerazione dato il prezzo nemmeno troppo esoso e l’unicità della costruzione. Non è molto semplice da reperire ma sono davvero convinto che possa arricchire seriamente il corredo ottico di chiunque abbia una Leica. In più le micro dimensioni lo rendono un’ottica assolutamente mimetica e poco vistosa per il fotografo di strada.
PRO
- ingombro incredibile
- altamente mimetico
- qualità ottica eccellente
- dettaglio e resa dei colori magnifica
- rapporto qualità prezzo molto buono
- prodotto artigianale numerato
CONTRO
- vignettatura piuttosto evidente a focali chiuse
- regolazione del diaframma non comodissima
- luminosità che non permette utilizzi disinvolti in scarsità di luce
- difficile reperibilità
Qui trovate tutte le foto scattate durante la prova.